venerdì 30 novembre 2012

I Kata


I KATA DELLO STILE WADO RYU

D'origine cinese, i kata sono stati introdotti inizialmente ad Okinawa nel corso dei secoli passati. Modificati, semplificati dai praticanti dell'isola o dagli insegnanti cinesi allo scopo di renderli più accessibili ai debuttanti (alcuni Taos cinesi contando non meno di 150 a 200 movimenti), questi kata hanno fatto la loro apparizione nel Giappone degli anni 20, con l'arrivo dei primi Maestri di Okinawa. Ogni stile attuale di Karate ha ripreso un certo numero di kata antichi ai quali si sono aggiunte le forme di recente creazione (posteriori a 1990). E' il caso dei "Pinan" creati dal Maestro Itosu verso il 1907, ad uso dei principianti, e che il Maestro Gichin Funakoshi trasformerà in "Heian". Inoltre gli ideogrammi cinesi originali non sono sempre stati trasmessi, gli abitanti d'Okinawa limitandosi ad una semplice trasmissione fonetica, distorta dalla pronuncia locale. All'epoca della loro esportazione verso il Giappone, fu cambiato il nome di alcuni kata, a volte anche per ragioni politiche. Visto l'imperialismo nipponico in pieno sviluppo, i nomi d'origine cinese dovevano essere evitati. Di conseguenza uno stesso kata può essere noto con tre nomi diversi: cinese, d'Okinawa e giapponese. Il Maestro Hironori Otsuka, fondatore del Wado Ryu, preferendo per la composizione della sua arte la qualità alla quantità, insegnò sopratutto 9 kata originali, ritenuti i più rappresentativi dell'essenza del suo stile: i 5 Pinan, Naihanchi, Kushanku, Seishan, Chinto.
articolo tratto da:http://www.karatefrascati.it/Kata.htm 
con le preziose correzioni del M° Maurizio Orfei .  


 *cliccate sui nomi dei Kata 
per vedere i filmati

1907 -  Scuola di Shuri Pinan (Heian)
"Pace dello Spirito" (2° livello)
1907 - Scuola di Shuri
"Pace dello Spirito" (1° livello)
1907 - Scuola di Shuri
"Pace dello Spirito" (3° livello)
4 - Pinan Yondan  
1907 - Scuola di Shuri
"Pace dello Spirito" (4° livello)
1907 - Scuola di Shuri
"Pace dello Spirito" (5° livello)
Jion  

lunedì 26 novembre 2012

Il Significato del saluto



Il significato del saluto.
Ogni sessione di allenamento inizia e termina con il saluto.
E’ una procedura affascinante e complessa che verrà affrontata con un articolo a parte.
In questa
sede è opportuno ricordare il significato del saluto. Con il saluto si ringrazia e rende omaggio alla’arte che si pratica, a chi l'ha fondata, a chi si è prodigato per tramadarla, al caposcuola, al Maestro,agli altri karateka ed in generale a tutti coloro che ci danno la possibilità di praticare l’arte del karate (si pensi ad esempio ai genitori che fanno dei sacrifici sia economici che di tempo per permettere ai giovani allievi di allenarsi). E’ quindi un momento intenso che deve essere vissuto con la necessaria concentrazione e dedizione. La cultura giapponese assegna notevole importanza alla correttezza, pulizia ed eleganza dei vari gesti (si pensi, ad esempio, alla cerimonia del tè): nel karate, ancora di più, occorre serenità, tranquillità, compostezza e concentrazione per eseguire correttamente il saluto.




I  COMANDI  PER  IL  SALUTO
kiotsuke
  Mettersi a posto. Comando dato prima del saluto.
seiza
Posizione seduta sui talloni (za = sede, seduto)
ritsu rei
saluto effettuato in piedi con i talloni uniti in posizione musubi dachi
sensei ni rei
Saluto (rei) al Maestro, lett. "nato prima", colui che e’ avanti (sen) nella vita (sei)
otagai ni rei
Saluto reciproco tra i praticanti (sottinteso di pari condizione)
kiritsu
In piedi!

Dojo Kun - Le Regole Del Luogo di Pratica


Dojo Kun

Le Regole Del Luogo di Pratica
 1) Prima di varcare la soglia del Dojo escludi dalla mente i problemi personali; effettua il saluto al Dojo e al Sensei prima di iniziare l'allenamento;
 2) Se la lezione è già iniziata, aspetta sulla porta il momento opportuno per chiedere il permesso ad entrare, poi fai due saluti in Seiza verso l'immagine del Fondatore;
3) Mantieni le unghie corte e pulite, impara ad indossare correttamente il Karate Gi e la cintura;
4) Rispetta le cinture di grado superiore ed accettane i consigli senza obiezioni. Aiuta le cinture inferiori con umiltà e cordialità;
5) Frequenta il Dojo con regolarità, allenati con costanza e serenità, rispetta gli orari, cerca di non mancare alle attività complementari organizzate;
6) Mantieni un comportamento educato e rispettoso sia dentro che fuori dal Dojo, in questo modo otterrai rispetto in modo naturale;
7) Partecipa alle attività agonistiche e amatoriali, mantieni un comportamento corretto durante le competizioni, aiuta, conforta ed esulta per i tuoi compagni, in questo modo creerai un rapporto di fraterna amicizia (rapporto di squadra);
8) Impara a controllare le emozioni, non lodarti dei tuoi successi , lascia che siano gli altri a farti i complimenti e congratulati con gli altri praticanti che siano compagni di allenamento o avversari;
9) Parla il meno possibile, concentrati più che puoi su quanto si sta facendo e su quanto si deve fare, non distrarti e non contribuire a distrarre gli altri;
10) Ricordati sempre che nelle Arti Marziali non esistono scorciatoie, spesso durante il tuo percorso dell'apprendimento di questa disciplina incontrerai dei momenti difficili durante i quali ti sembrerà che niente vada per il verso giusto. Quando questo avverò avrai la tentazione di mollare ma è in queste circostanze che dovrai persistere e dimostrare la tua forza di carattere, perché nella vita ogni risultato meritevole non è facile da raggiungere.


Le regole di comportamento da assumere all'interno del Dojo,il luogo di apprendimento. La scrittura in Kanji è di Sensei Shiomitsu.
Sensei Hironori Otsuka 10th Dan e fondatore dello stile Wado Ryu ( via della Pace)
Le Regole Del Luogo Dove Si Segue La Via

Dojo Kun tradotto letteralmente significa le "regole del luogo dove si segue la Via".
È sinonimo di ricerca del perfezionamento attraverso lo studio del karate e consta di cinque principi che determinano lo sviluppo fisico e spirituale del praticante. Il dojo kun avvia all'esercitazione della giusta condotta da tenersi e crea il nesso tra lo studio filosofico dell'arte marziale e lo studio pratico della tecnica: le conoscenze della Via (do) non devono restare dei principi vuoti ma piuttosto forgiare il comportamento, globalmente inteso, del praticante. Il dojo kun è perno di un'esercitazione spirituale incentrata sullo studio dell'arte marziale (Budo), in grado di produrre progressi in ogni campo dell'azione umana, la sua comprensione ha importanza quanto l'affinamento delle tecniche: prima, dopo l'allenamento, durante la cerimonia del saluto, vengono pronunciate le regole del dojo kun; l'allievo più anziano di grado enuncia le frasi, ripetute da tutti gli allievi nella posizione del saluto. L'origine del dojo kun riporta agli albori dell'arte marziale, si dice che il primo dojo kun sia stato codificato dal monaco buddista Bodhidharma, nel monastero di Shaolin.
Nel karate fu stabilito dal maestro Sakugawa di Okinawa e giunge sino a noi, fondamento dello stile tradizionale.Le cinque regole in giapponese sono:
1) hitotsu, jinkaku kansei ni tsutomuru koto
Il karate è via per migliorare il carattere (Ricerca la perfezione del tuo carattere).
Questa prima regola sottolinea l'importanza dell'equilibrio nell'uomo. L'esercizio marziale non coinvolge esclusivamente il corpo: il praticante deve osservare con spirito critico in tutte le situazioni quotidiane che ostacolano il perfezionamento di sé stesso e deve affrontare le asperità interiori con lo stesso vigore con cui intraprende l'esercizio fisico che gli consente di affrontare le difficoltà esterne, lo spirito vigile e analitico deve guidarlo in tutte le situazioni della vita: confusione, pregiudizio, presunzione, egoismo, sopravvalutazione di se stessi, ingiustizia, autocommiserazione e sentimenti incontrollati ostacolano il progresso sulla Via. Imparare a gestire la propria interiorità, al contrario, aiuta a raggiungere l'equilibrio e a vivere un'esperienza enormemente appagante, se per altro l'allenamento fisico, con l'avanzare degli anni, conosce necessariamente delle limitazioni, lo spirito, invece, deve e può essere perfezionato fino alla morte.
2) hitotsu, makoto no michi wo mamoru koto
Il karate è via di sincerità (Difendi le vie della verità).
Questa regola si esprime nella condotta di vita dell'uomo e nella disponibilità a riconoscere il giusto rapporto tra se stessi e ciò che si ha attorno, presupposto fondamentale per costruire giuste e rette relazioni con le altre persone. Un rapporto proficuo si instaura solo se l'individuo è capace di contemperare le proprie pretese personali con la dedizione e l'apertura verso gli altri, se questo equilibrio viene messo a repentaglio da un comportamento egoistico o superficiale, la comunicazione è soffocata; laddove si pretende più di quanto si dà o si avallano pretese superiori a quanto si è disposti a corrispondere o si promette molto e si mantiene poco, si suscita l'indignazione di quanti si trovano a dover compensare lo squilibrio insorto con un sacrificio superiore al giusto. L'equilibrio tra la pretesa e la disponibilità è il fondamento dello spirito del budo: solo nella verità l'uomo è libero, la pratica di questo principio rende consapevoli, umili e giusti.
3) hitotsu, doryoku no seishin wo yashinau koto
Il karate è via per rafforzare la costanza dello spirito (Cura il tuo spirito di ambizione).
Questa regola si riferisce alla realizzazione dell'uomo in relazione ai suoi obiettivi di vita, essa è intimamente connessa ai primi due principi in quanto qualsiasi obiettivo richiede un'analisi approfondita e matura; il progresso, nel budo, può essere conseguito solo attraverso regolarità e costanza nell'esercizio. Le arti marziali possono essere apprese solo con l'autodisciplina, la costanza e la perseveranza, la disciplina è la base di ogni progresso. Se tale regola non viene rispettata dagli allievi, qualsiasi sforzo di miglioramento è vano.
Si frequenta un dojo perché si ha uno scopo, ma bisogna assumere la giusta condotta, l'ambizione di nuovi obiettivi, in sé e per sé, non è una forza positiva, lo diventa solo se associata ad un comportamento maturo, al senso della misura e alla conoscenza.
4) hitotsu, reigi wo omonzuru koto
Il karate è via di rispetto universale (Onora i principi dell'etichetta).
Questa regola si riferisce alle norme comportamentali che vanno conservate se si vuol capire gli altri ed essere accettati. La giusta condotta rende l'individuo degno di fede, aperto e semplice, rende possibile la comunicazione con gli altri e contribuisce a mantenere l'armonia nelle relazioni interpersonali. L'etichetta consiste nella forma comportamentale attraverso la quale una persona comunica ad un'altra di essere disponibile ad un contatto aperto; senza le buone maniere la franchezza si tramuta in grossolanità, il coraggio in rifiuto, l'umiltà in sottomissione, il rispetto in servilismo e la cautela in timore: l'etichetta provvede a mantenere la pace e l'armonia tra le persone.
Nelle arti marziali l'etichetta trova espressione nei principi enunciati da Funakoshi: Senza cortesia viene meno il valore del karate e il karate inizia col saluto e finisce col saluto.
Egli definì cortesia e rispetto le basi di ogni educazione ed il saluto il loro simbolo più importante. A livello avanzato tutti conoscono l'importanza del saluto; i praticanti che lo oltraggiano con la propria negligenza si dimostrano immodesti, egoisti e incapaci di adattamento: il modo in cui si effettua il saluto è specchio di sé, i modi sbagliati non sono sempre voluti, rappresentano solitamente una reazione naturale di protezione e timidezza, una maschera. Per questo nelle arti marziali l'etichetta non è solo forma, ma vera e propria via per la ricerca della verità interiore, poiché la pratica impone che la persona osservi e valuti correttamente il proprio comportamento nei confronti degli altri e di sé stesso.
5) hitotsu, kekki no yu wo imashimuru koto
Il karate è via per acquisire autocontrollo (Rinuncia alla violenza).
Questo principio coinvolge la condotta che porta alla formazione di un carattere degno dell'essere umano ed alla sua convivenza con gli altri. Nel mondo animale i modelli comportamentali sono istintivi e servono proprio alla conservazione della specie, l'uomo può forgiare tali modelli grazie al proprio intelletto ed alla propria conoscenza, controllando la misura delle proprie azioni. L'elaborazione di questo concetto porta alla rinuncia della violenza fisica ed allo stesso tempo definisce tutte le forme di ricorso alla violenza quali indegne dell'uomo.
Nel budo, e in particolare nel karate, si ricercano l'autocontrollo e la gestione del comportamento; se i praticanti di livello avanzato, capaci di arrecare ferite gravi, impiegassero le proprie capacità come strumenti di supremazia nei confronti delle altre persone, costituirebbero un pericolo per la società e sarebbero sostanzialmente indegni come individui. Quando Funakoshi dice: nel karate non c'è chi attacca per primo intende dire che l'uomo in quanto essere dotato di intelletto ha la capacità di trovare le vie della non violenza se affronta le situazioni controllando il proprio io. Il karate è un'arte di autoperfezionamento e, per raggiungere questo obiettivo, è necessario comprendere a fondo tale principio. La soluzione violenta dei problemi interpersonali è esecrabile e non consente una convivenza serena. L'esperienza secolare mostra che, per eccellere nelle arti marziali, il dojo kun deve accompagnare la preparazione dei praticanti, indipendentemente dal livello, essi devono sottoporre il loro comportamento a regolari raffronti con il dojo kun, che è un parametro di apprendimento nel corso dell'allenamento ma anche uno specchio dell'atteggiamento del singolo in relazione alla comunità. Il dojo kun riflette la proporzione tra giusto e sbagliato nel comportamento personale, instaura l'equilibrio tra dare e avere ed impone il giusto rapporto tra pretesa e disponibilità.

Principi del Wado Ryu


Approfondimenti

Nello studio e nella pratica quotidiana del Karate Wado Ryu, dobbiamo sempre ricordarci di seguire sempre alcuni importanti principi, tra cui:

  • Muda Na Chikara
Non mettere alcuna forza non necessaria nei nostri movimenti

  • Muda Na Dosa
Evitare movimenti non necessari

  • Muda Na Waza

Non usare tecniche errate o non necessarie
Dobbiamo sempre cercare di seguire sempre questi tre principi.
Se ne avremo appreso uno solo di questi, allora le nostre tecniche saranno sempre allo stesso livello e non miglioreremo mai.


Nel kumite, tradizionale, sportivo o nelle combinazioni a coppie, si distinguono tre principali metodologie interpretative:

  • Sen Sen No Sen
Anticipo sull'intenzione dell'attacco avverrsario, cercando di leggere le sue intenzioni

  • Sen No Sen
Attacco simultaneo a quello avversario, cercando l'anticipo. Magari utilizzando delle schivate.

  • Go No Sen
Parata e contrattacco simultanei


  • Shin Gi Tai No Ittchi


Shin Significa avere una mente forte o uno spirito vigoroso. Si dice che se concentri la tua mente, il tuo spirito diventerà più forte.
Gi Significa possedere la corretta tecnica e movimento. La nostra tecnica deve essere buona sia per attaccare che difendere.
Tai Significa corpo. Dobbiamo studiare e praticare sempre per una corretta postura e per avere l'abilità di muoverci con tutto il corpo. Affinché l'intero corpo abbia l'abilità di muoversi in ogni direzione, in ogni occasione.

I principi Shin Gi Tai (Mente, Tecnica e Corpo) devono essere usati insieme.

Nella pratica del Budo e specialmente nella pratica del Ji Yu Kumite ci sono quattro comandamenti, conosciuti come Budo Yon Kai.

Non dovresti mai:

  • Odoroki - Essere sorpreso
  • Osore - Avere paura
  • Utagai - Avere dubbi
  • Madoi - Essere indeciso 


Yudansha Shodan Giorgio Barbagallo

     Sensei Otsuka esegue il Kote gaeshi al figlio Jiro.




Una "Massima" di Sensei Otsuka.

Origini dello Stile Wado Ryu




Otsuka H. 1892 / 1982

La storia del "Wado" iniziò ufficialmente nel maggio del 1934, quando Hironori Otsuka registrò il suo stile di Karate, che chiamò "Wado Ryu" (Scuola della Via della Pace).
Le origini sono state sviluppate dallo studio continuo di Otsuka su tutte le Arti Marziali, formulando le tecniche del "Wado Ryu" come combinazione tra le innovazioni da lui apportate e i movimenti naturali trovati nei preesistenti stili.
Otsuka nacque ad Ibaragi, ad un centinaio di miglia da Tokyo, in Giappone il 1° giugno 1892. 
Fu il primogenito maschio ma secondo di quattro figli del Dott. Tokujiro Otsuka, un dottore in Medicina, e della moglie Sato, discendente da una famiglia di samurai.

 
 Otsuka Sensei con la Madre e le sorelle

Kuo " Hironori" Otsuka,era un bambino di costituzione gracile e pertanto fu deciso che la pratica delle arti marziali l'avrebbe aiutato ad irrobustirsi.
E' molto probabile che il giovane Hironori non avesse avuto difficoltà ad accettare l'idea che la pratica delle arti marziali avrebbe portato benefici alla sua salute poiché fin dalla più tenera età aveva ascoltato le entusiasmanti storie delle gesta dei samurai raccontate dallo zio di sua madre, Chojiro Ebashi, che era un insegnante di arti marziali nel clan di Tochiura.
Infatti, nonostante alcuni autori sostengano che fu il padre ad avviarlo ai primi rudimenti del jujutsu, fu lo stesso prozio che nell'aprile del 1897, quando Hironori aveva solo cinque anni, che per primo lo istruì formalmente nell'arte del Koryu (antica scuola) di jujutsu, una disciplina che egli avrebbe studiato esclusivamente ed appassionatamente nei seguenti venticinque anni.
Il 1° aprile 1897 Otsuka cominciò a frequentare la scuola, dove dall'aprile del 1898 studiò Shindo Yoshin Ryu Jujutsu, sotto la guida del Maestro Shinzaburo Nakayama, il terzo Grande Maestro di questo stile di Jujutsu.


Lo studio del movimento impresse nel giovane Otsuka l'importanza delle movenze naturali fluide e queste lezioni giocano una parte fondamentale nel Karate "Wado" di oggi. Nelle tecniche di difesa e attacco, l'uso del corpo dell'avversario, il peso e il movimento giocano un ruolo ugualmente significativo nello sconfiggere il proprio nemico, quanto i propri movimenti del corpo.
Nel 1905, all'età di tredici anni, Sensei Otsuka entrò nella scuola media di Shimozuma, dove studiò lo Shindo Yoshin Ryu Jujutsu, con trentacinque altri giovani allievi, sotto la direzione del caposcuola Sensei Tatsusaburo Nakayama (1870-1933), il quale per venti anni fu istruttore di Kendo e Jujutsu in quella scuola.
La branca di jujutsu che venne insegnata al giovane Hironori dal Sensei Nakayama metteva una forte enfasi sugli atemi, che comprendevano colpi ai punti vitali sia di piedi che di mani. Furono queste tecniche particolari che lo predisposero, con una certa facilità, ad assimilare ed inglobare il karate di Okinawa nel suo allenamento alle arti marziali. Mentre gran parte delle scuole di jujutsu erano specializzate nelle proiezioni e nelle tecniche a terra, è stata avanzata l'ipotesi che le principali branche dello Yoshin Ryu Jujutsu si specializzarono nel colpire i punti deboli del corpo umano perché i due fondatori storici di questa scuola erano medici, esperti nell'arte tradizionale della medicina cinese e giapponese.
Nella primavera del 1911 continua lo studio del Jujutsu, con speciale interesse per il Toshin-kempo.
Fin dal 1913 Sensei Otsuka iniziò lo studio di tecniche tradizionali di riduzione osteo-articolari (Seikotsu) oltre che di Kappo, metodi tradizionali di rianimazione, estensione del Kuatsu.
Otsuka studiò anche forme diverse di Jujutsu, sperimentando vari stili come lo Yoshin Ko Ryu Jujutsu sotto l'insegnamento di Kanaya Motoo (1919-1921) in accordo con il Dott. Fujiwara e concentrandosi sulle loro "qualità positive". Durante il periodo trascorso all'Università poté esaminare le tecniche di varie Arti Marziali. Sviluppò e migliorò alcune tecniche delle arti esistenti, combinandole con altre tecniche "innovative". Mentre studiava Jujutsu, Otsuka imparò l'individuazione di una grande quantità di "punti vitali" del corpo, sia per gli attacchi sia per scopi di guarigione, studiando anche l'arte della"disposizione delle ossa" (Seikotsu).
Nel 1917 s'impiegò nella Banca di Kawasaki e durante l'anno incontrò il Maestro Morihei Ueshiba, il fondatore dell'Aikido, e questo segnò l'inizio di una profonda ed influente amicizia. Qualcuno sostiene che quest'amicizia influenzò Otsuka al punto da fargli assimilare i principi spirituali dell'Aikido dell'unione del Ki che poi svilupperà nella creazione e nella pratica del suo stile personale, il Wado Ryu. 

Morihei Ueshiba, il fondatore dell'Aikido

Mentre stava ancora lavorando in banca nel maggio del 1919, dopo due anni di studi, Sensei Otsuka riceve il diploma di arte medica tradizionale che consisteva in "tecniche di riduzione osteo-articolari" (il già citato Seikotsu), una sorta di pratica ortopedica che riuniva metodi di cura e riabilitazione (oggigiorno ravvisabili con elementi di chiropratica, fisioterapia e osteopatia).
Nella visione del Budo giapponese, la conoscenza di elementi di medicina tradizionale era l'altra faccia della stessa medaglia. Infatti, questa pratica colmava una lacuna etica, se da un lato si era in grado di lesionare il corpo umano, dall'altro era necessario conoscere i metodi per porre rimedio ai danni causati.


il duro allenamento di Otsuka al Makiwara

Dopo aver finito la scuola ortopedica, incontrò Ryotaro Kanai che era un medico ortopedico che era preoccupato per i traumi nel Judo/Jujutsu e che chiese al Sensei Otsuka di creare un gruppo d'istruttori di Judo/jujutsu per studiare quello che si conosceva sulle lesioni ortopediche. Il Sensei Otsuka fu vice presidente di quest'organizzazione che tuttora esiste.
Egli mantenne la carica solamente per un anno perché la sua scuola medica cresceva troppo rapidamente.
Le tecniche di rianimazione sono tuttora praticate in alcuni circoli di Judo Kodokan. Tre tecniche di queste che fanno parte del curriculum del Kodokan sono: Sasoi Katsu, Eri Katsu e So Katsu ognuno dei quali comprende metodi per indurre la respirazione tramite un massaggio diretto dell'addome e del diaframma.
Le conoscenze e l'abilità del Sensei Otsuka in questa materia fu tale che quando Sensei Funakoshi nel 1935, pubblicò la prima edizione della sua opera magistrale, "Karate do Kyohan", è stato detto che, la sezione su i punti vitali del corpo, con le relative figure, e l'effetto degli attacchi a questi punti, sono stati forniti dallo stesso Otsuka a Funakoshi.
In questo periodo Sensei Otsuka decise che voleva diventare un artista marziale a tempo pieno ma sua madre si oppose a tale proposito.


Otsuka Sensei alle prese con lo studio dei Kata

Il 1° giugno del 1921 Sensei Otsuka celebrò il suo ventinovesimo anno ottenendo il menkyo-kaiden (riconoscimento di successione) dallo stesso Sensei Tasaburo Nakayama, che lo designava come successore, maestro dello stile Shinto Yoshin Ryui jujutsu. Egli subentrava come la quarta generazione dello Shindo Yoshin Ryu, in altre parole, caposcuola e 4° patriarca dello stile.
Con il Festival degli Sports a Tokyo nel 1922, continuò la sua attrazione per tutte le Arti Marziali. Per la prima volta Otsuka incontrò il Karate.

Gichin Funakoshi

Il Maestro Gichin Funakoshi (il fondatore dello Shotokan Ryu Karate 1868 - 1957) fu invitato dal Dipartimento dell'Istruzione Giapponese a dimostrare il suo stile di Karate di Okinawa (Tode). 
Il Maestro Kano, un rinomato Istruttore di Arti Marziali, accettò che lo spirito a seguito del Karate fosse lo stesso delle Arti Marziali Giapponesi: ciò sarebbe servito a promuovere il suo messaggio e lo stile. Otsuka fu entusiasmato dallo sviluppo di questa recente Arte Marziale e visitò il Maestro Funakoshi in numerose occasioni durante il suo soggiorno, discutendo le tecniche ed altri aspetti del Karate.
Il Maestro Funakoshi prolungò la sua visita su invito del Dipartimento dell'Istruzione Giapponese.
Otsuka decise di far visita allo stesso Sensei Funakoshi.

 Gichin Funakoshi

Il Sensei Otsuka approdò al Karate dopo diciassette anni di pratica intensiva del Jujutsu, pensando di trovarvi degli elementi complementari per la propria evoluzione nel Jujutsu.
Funakoshi rimase "impressionato" dall'entusiasmo e dalla determinazione di Otsuka nel volere capire il Karate ed accettò di insegnargli tutto quello che conosceva riguardo al Karate stesso.
In sintesi quelli dello Shotokan si arrogano il diritto di dire che il Maestro Funakoshi portò per primo il Karate in Giappone, e che il Maestro Otsuka era un allievo del Maestro Funakoshi, il che è vero.
Poi aggiungono che il Maestro Otsuka ha tradito il Maestro Funakoshi e se n’è andato portandosi via i Kata, che non conosceva, e quindi avrebbe fatto un furto sostanzialmente, e la vera qualità della tecnica risiederebbe nei Kata dello Shotokan.
Le cose non stanno affatto così, e lo riconoscono anche i più qualificati Maestri Shotokan, quelli veri. La verità è molto diversa.
Innanzitutto come abbiamo visto prima, quando il Maestro Otsuka divenne allievo del maestro Funakoshi era gia “Menkyo Kaiden” di Shindo Yoshin Ryu, cioè era la più alta autorità tecnica del Jujutsu giapponese di Stile appunto Shindo Yoshin-Ryu, cioè era un Maestro di alto profilo, era l’autorità indiscussa di quella scuola di Jujutsu. Non era uno qualunque. 

Otsuka esegue tecniche di Tanto-Dori

E siccome nel suo modo di praticare il Jujutsu era affascinato, - perché come voi sapete il Jujutsu ha le prese, le leve gli strangolamenti, gli squilibri, ma usa degli atemi, cioè delle tecniche di percussione - dall’uso degli atemi dopo la presa o per preparare la presa, quando vide i Kata del Maestro Funakoshi, vide che c’era questo uso degli atemi, anche lunghi (=ju-tsuki), vide i Keri, e così andò dal Maestro Funakoshi e gli disse: “Io sono molto interessato ad approfondire questo aspetto: quanto ci potrei impiegare se decidessi di studiare con lei i Kata?”.
Il Maestro Funakoshi gli disse “Uno del suo livello con tre anni può padroneggiare tutti i Kata”. 
In circa un anno Otsuka studiò tutti i Kata che Funakoshi aveva portato da Okinawa (sembra 15), benché avesse trovato certe tecniche e certi movimenti difficoltosi da perfezionare e da comprendere.
Il Sensei Funakoshi, notando la sua abilità specialmente negli atemi, chiese al Sensei Otsuka se già avesse praticato il Karate, ciò dipendeva dal fatto che lo Shindo Yoshin Ryu già includeva, Atemi-Waza di braccia e di gambe. Comunque il Sensei Funakoshi accettò di istruire il Sensei Otsuka su tutto ciò che sapeva del Karate Justu. Le lezioni cominciarono quello stesso giorno. 
Da quel momento il Sensei Otsuka praticò Karate ogni sera alla Meisei Juku diventando lo studente anziano (Sempai) del Sensei Funakoshi ovvero divenne l’allievo più anziano, l’autorità più alta dello stile Shotokan, e mantenne sempre un atteggiamento di rispetto verso Funakoshi..

Rara fotografia del gruppo di studio di Funakoshi
che ritrae il Sensei Otsuka
(ultimo seconda fila a dx)

Se non che poi accadde che il Maestro Funakoshi fu invitato a dimostrare al Budokan il Karate, alla presenza delle altre autorità del Budo.
 All’epoca il Budo aveva ormai una tradizione, e non era certo pensabile che una scuola potesse dimostrare il proprio valore in una sede formale, ufficiale come quella del Budokan solo con i Kata.

 Otsuka e Funakoshi 

Bisognava prima dimostrare i Kata, e poi l’applicazione in coppia, cioè il Bunkai; ma Funakoshi aveva grandi limiti da questo punto di vista, avevano qualche Ippon-Kumitè di base, e basta.
Allora chiese aiuto al Maestro Otsuka e lui gli disse “Non c’è problema, la preparo io la dimostrazione”, e la preparò lui, e questa dimostrazione ebbe un grande successo e il Karate fu molto apprezzato; ma praticamente l’aveva preparata Otsuka, e l’aveva preparata prendendo delle cose dal Jujutsu, con cui dimostrò addirittura delle tecniche contro la Katana.
Dopo questo fatto il Maestro Otsuka disse “Allora io devo andare per la mia strada”; oltretutto lui insisteva molto per fare delle cose in coppia, ma il Maestro Funakoshi era assolutamente contrario.
 Il 24 aprile 1924 Sensei Funakoshi diplomò il secondo gruppo di graduati a cintura nera 1°Dan che furono, Kasuya, Akiba, Shimizu, Hirose e Sensei Hironori Otsuka. Queste furono in senso assoluto le prime cinture nere mai presentate nel Karate moderno, il cerimoniale prevedeva la consegna del diploma con una striscia di stoffa nera.



Nel 1925 la madre di Otsuka morì ed egli attraversò un periodo d'indecisione circa la sua carriera.
La sua prodezza nelle Arti Marziali l'aveva condotto ad essere l'Istruttore Capo di Shindo Yoshin Ryu Jujutsu e l'assistente istruttore del Dojo del Maestro Funakoshi.
Nel 1926 il problema di carattere economico con il risentimento nei confronti delle innovazioni tecniche di Sensei Otsuka avevano reso la sua posizione precaria all'interno del gruppo di praticanti del Dojo del Maestro Funakoshi.
A quel punto Otzuka lasciò lo Shotokan, e quando si staccò non fondò subito il Wado-Ryu, l’avrebbe potuto fare, ma c’erano delle cose nei Kata del Maestro Funakoshi che non aveva capito e che voleva comprendere. Egli aveva chiesto spiegazioni al Maestro Funakoshi ma lui non gliele diede.
Negli anni 1928 e 1929 studiò Karate anche con Mabuni Kenwa (il fondatore dello Shito Ryu Karate 1889 - 1952), che proveniva da Okinawa e soggiornò a Tokyo in quel periodo, e con Motobu Choki (1870 - 1944), proveniente anch'egli da Okinawa (specialmente il Naihanchi Kata del Wado Ryu.) Kenwa Mabuni, che era molto bravo e molto forte, che era uno dei pionieri del Karate di Okinawa, e conosceva sia l’area Shorin, quella del Maestro Funakoshi, che Shorei.

     Mabuni Kenwa
 il fondatore dello Shito Ryu

Il Maestro Otsuka gli disse che aveva dei dubbi rispetto alcuni Kata fondamentali che aveva imparato con lo Shotokan. Mabuni, con delle lezioni private, gli spiegò i principi di questi Kata.
 E questi Kata il Maestro Funakoshi li ha cambiati, li ha cambiati anche Itosu, gli hanno cambiato anche il nome, perché il nome originale è cinese.
Allora il Maestro Otsuka ha ridato ai Kata il loro nome: il nome dei Kata del Wado sono cinesi, in questo senso il Maestro Otsuka fu molto umile, perché voleva fare uno stile giapponese ma lasciò il nome cinese dei Kata.
I nomi dei nostri Kata nello Shotokan, invece, sono nomi giapponesi reinventati da Funakoshi: “Kushanku” è il nome cinese del Maestro che codificò quel Kata, nello Shotokan si chiama Kankudai “sole che sorge”.


 S’è inventato una cosa per far piacere ai Giapponesi; “Seishan” è il nome originale, loro lo chiamano “hangetsu”, mezza-luna, ma è un nome giapponese, non esiste.
Quindi il Maestro Otsuka ha fatto un lavoro enorme, ma non si è fermato lì: con un Maestro di spada, suo amico, molto bravo, ha approfondito il Nagashi e Tai-sabaki, ed i tempi tecnici, cioè “Ma”. 

Intorno al 1928 il Sensei Otsuka s'ingrandì aprendo una serie di club di Karate in varie università di Tokyo. Aprì scuole alle università Rykkyo, Nihon, alla Tokyo Dental College oltre che alla Todai.
Nel 1929 il Sensei Otsuka aveva codificato la maggior parte dei movimenti delle tecniche base del Wado-Ryu Karate e fu registrato come membro della "Nippon Kobudo Shinko Kai"( federazione delle arti marziali del Giappone).
Sensei Otsuka, iniziò a studiare un sistema di combattimento libero adatto a degli incontri agonistici, gettando le basi per le odierne gare di Kumite.
Il 24 febbraio del 1934 nacque il secondogenito Jiro poi Hironori II°
Nel maggio del 1934 il Wado-Ryu Karate Sensei Otsuka inaugurò ufficialmente il proprio ed unico stile di Karate.
Solo allora ha fondato il Wado-Ryu, quindi come si può dire che abbia rubato qualcosa? Non ha rubato nulla; era già un Maestro di altissimo livello.
E dopo che fondò lo stile, dato che le controversie continuarono, non più con Funakoshi, che nel frattempo era morto, succedendogli il figlio Yoshitaka, non restò che combattere per risolvere la questione.
E così fecero una serie di incontri, al livello universitario (in Giappone i Dojo di arti Marziali sono di altissimo livello, n.d.r.), e qui sono tutti concordi, compresi quelli dello Shotokan, che non ci fu storia furono ampiamente battuti. 
Vi Furono combattimenti a contatto pieno, qualcuno morì.
Lì c’era la questione che quelli dello Shotokan sostenevano che il Gyaku-tsuki fosse la tecnica più efficace che c’è, quelli del Wado replicavano col Nagashi, e sistematicamente su ogni Gyaku tirato rispondevano col Nagashi, e non si contarono i nasi fratturati.
Poi dopo la storia è complessa, lo Shotokan ebbe una crisi molto forte, Yoshitaka Funakoshi cominciò a capire che anche loro dovevano studiare il combattimento; presero una lezione memorabile.
Ma la storia non si chiude qui, perché il Maestro Otsuka tornò ancora più indietro aggiungendo “Jujutsu” al nome dello stile e poi “Kempo”:
Kempo è un nome cinese, significa arte della percussione; ed il figlio del Maestro Otsuka, questi principi li ha sviluppati ancora di più, ma, in un certo senso, quello che facciamo noi è di più ancora, perché è ulteriormente integrato da studi sul Tai’chi, sugli stili interni, sul Chi’kung, non parliamo dello Zen.

Nell'autunno del 1934 fonda la sua prima organizzazione di Karate la "Dai Nippon Karate Do Shinko Club" (Club per la promozione del Karate in tutto il Giappone). Questa è generalmente considerata l'origine della Wadokai, tanto che, durante la Wado World Cup di Tokyo, nell'agosto del 1999, si parlò di sessantacinquesimo anniversario della Wadokai.

Tale riconoscimento significò un punto di partenza per Otsuka e l'avverarsi dell'ambizione di tutta la sua vita: dedicarsi alle Arti Marziali a tempo pieno.
Il Wadokai si affermò nella All-Japan Karate League, con sedi nelle università, prefetture, uffici governativi, copagnie e luoghi oltre oceano (Europa e Stati Uniti).
La sede del club rimase fino al 1938 nella città di Kanda a Tokyo, poi si trasferì nel Dojo del Sensei Gihachiro Kubo dello Yagyu Shinkage Ryu. In questo periodo il Sensei Otsuka studiò la scherma con la Katana con il Sensei Kubo.


 Nel 1935 il Karate ricevette una promozione, sulla raccomandazione del Maestro Kano, per essere accettato come Arte Marziale dalla Federazione Giapponese delle Arti Marziali ma, inizialmente, solo come un'estensione del Judo.
Su raccomandazione del Sensei Kano la Federazione "Dai Nippon Butoku Kai"accettò il Karate jutsu come arte marziale ma solo come estensione del Judo (cioè come disciplina associata ma non indipendente).

Jokoro Kano
fondatore del Judo

Nel 1938 la "Dai Nippon Butoku Kai"assegnò al Sensei Otsuka il titolo di "Renshi - Go, un alto grado di istruttore.
Nel maggio del 1938 il Sensei Otsuka fece la dimostrazione al "Dai Nippon Kobudo Tai Kai "(Festival delle antiche arti marziali di tutto il Giappone) ed il suo stile fu registrato come "Shin Shu Wado Ryu Karate Jutsu".
Dopo aver ricevuto la consulenza del Sensei Gihachiro Kubo, caposcuola 9° dan della Yagyu Shinkage Ryu di Kenjutsu, Sensei Otsuka decise di eliminare il termine "Shinshu" perché come "wa" poteva anche significare "Giappone" e perciò ci sarebbe stata una ripetizione. In questo periodo il Sensei Otsuka chiuse il suo ospedale diventò artista marziale a tempo pieno insegnando il Karate Wado-Ryu com'era la sua ambizione fin dal 1919.
Nello stesso fu organizzato il Dai Nippon Karate Shinbu Kai (Dai = grande, Nippon = Giappone, Shinbu = promuovere Bu, Kai = associazione): l'istruttore principale era Otsuka Hironori, il presidente Eriguchi Eiichi.
Nel marzo del 1939 la "Dai Nippon Butoku Kai" chiese a tutti gli stili di Karate di registrare il nome del fondatore e quello ufficiale dello stile o della scuola. Otsuka Sensei registrò il nome "Wado Ryu".

"Mon" del Wado Ryu 
  
Il 5 maggio del 1940 ci fu una dimostrazione di tutti gli stili di Karate al Butoko Den di Kyoto. 
Gli stili rappresentati furono il Wado Ryu, lo Shotokan Ryu, il Goju Ryu, lo Shito Ryu, il Keishi Kempo, il Nippon Kempo Ryu ed altri.
Otsuka stava diventando una figura ricercata nel Mondo delle Arti Marziali e nel 1942 fu insignito del titolo di "Kyoshi - Go".
Durante quell'anno un futuro Grande Maestro, Tatsuo Suzuki, cominciò l'addestramento al Karate Wado - Ryu.
Tatsuo Suzuki 
Allievo diretto di Otsuka Sensei

Nel 1943 Otsuka II° iniziò i suoi propositi nel campo delle Arti Marziali, frequentando Kendo sotto la severa istruzione di un ufficiale dell'esercito chiamato Maestro Miyata.
Nel 1944 la "Dai Nippon Butoku Kai" chiese al Sensei Otsuka di diventare il Capo Istruttore del Karate in Giappone. La stessa organizzazione lo nominò "Shuseki Shihan" ovverosia "Gran Maestro".
Dopo la fine della seconda guerra mondiale, 1945, gli americani ordinarono lo scioglimento della "Dai Nippon Butoku Kai" e la pratica delle arti marziali fu proibita per lungo tempo. Poiché gli ufficiali dell'amministrazione militare U.S.A. non conoscevano l'allenamento di Karate, Otsuka continuò ad allenarsi ed a insegnare in segreto e come molti altri istruttori di Karate, fu in grado di farlo sotto il naso delle autorità dichiarando di proporre lezioni di boxe.
Il Sensei Hironori Otsuka e il figlio, Sensei Jiro (ora Hironori II°), furono invitati alla base per una dimostrazione. Questa dimostrazione fu particolarmente gradita perché non c'era cibo in Giappone e riuscirono mangiare ma, non fu permesso loro di portare il cibo fuori dalla base americana.


Foto che ritraggono il Sensei Otsuka con il Figlio Jiro

 Nel 1947 Teruo Kono cominciò l'addestramento al Karate, ma non iniziò con Otsuka fino al 1951 e nel 1955 si svolsero i primi campionati di Karate Wado - Ryu di tutto il Giappone.
Nel 1949 Sensei Otsuka partecipò alla fondazione della I.M.A.F. : International Martial Art Federation.
Nel 1952 Sensei Otsuka fonda il principale Dojo della sua scuola a Tsukiji a Tokio, il 1° giugno inaugura un torneo dimostrativo per festeggiare il 20° anno della fondazione del Wado Ryu Karate Jutsu. Partecipa quindi alla fondazione della Japan Karate Do Association.
Nel 1955 si svolge il primo Campionato Nazionale Giapponese di Wado Ryu, organizzato da Sensei Otsuka.
In quest'anno venne pubblicato il libro "Karatejutsu no Kenkyu" (studio dell'Arte del Karate) che era basato sul testo del "Karatejutsu Oboe Gai" (Memorandum dell'Arte del Karate, 1949 della Tokyo University Karate Club). Il libro presenta nove Kata Wadoryu (questo a sua volta diventerà la base per "Karate-do vol.1" scritto da Otsuka nel 1970. Il libro che fu tradotto in inglese da Shingo Ishida, tale traduzione venne pubblicata per la prima volta nel 1977.


Copertina del libro pubblicato da Otsuka Sensei

Nel 1957 si svolge il primo Campionato Universitario Giapponese di Karate.
Fino agli anni '60 le Arti Marziali e specialmente il Wado - Ryu Karate rimasero sulle piccole isole del Giappone: tale stile era difficilmente riconosciuto fuori dell'Est.
Questo fatto stava però per cambiare.
Il Maestro Hironori Otsuka come primi allievi ebbe il Maestro Mochizuchi, il Maestro Kono, il Maestro Suzuki, il Maestro Yamashita ed il Maestro Toyama, ad essi poiché erano i migliori ed erano in grado di insegnare sapientemente, affidò nel 1963 il compito di trasmettere e divulgare in Europa il Wado-Ryu.


M.Mochizuki; T.Kono; T.Suzuki; A.Yamashita; Y.Toyama

Le impressioni che lasciarono in America ed Europa erano tremendamente entusiasmanti ed il Karate Wado - Ryu diventò conosciuto e riconosciuto a livello mondiale per i suoi veri meriti.
Nel 1965 Sensei Tatuo Suzuki, Sensei Yutaka Toyama, Sensei Atsuo Yamashita e Sensei Masafumi Shiomitsu iniziarono ad insegnare il Karate Wado-Ryu in Europa.



A.Yamashita
       Tatsuo Suzuki;                  Masafumi Shiomitsu
         Otsuka con i suoi allievi migliori                                 Yutaka Toyama

Il 29 aprile del 1966 Sensei Otsuka fu insignito del rango di "Kun Go To"e decorato con la medaglia "Soko KyoKujitsu Sho" (Quinto ordine di merito, "il cordone del sol levante"), paragonabile a O.B.E. ( ufficiale dell'ordine dell'impero britannico), dall'Imperatore Hirohito per la sua dedizione alla divulgazione e all'insegnamento del Karate.

Otsuka ritratto con la Medaglia Soko KyoKujitsu Sho

Nel 1969 si svolge il primo campionato della "All Japan Karate Do".
In questo periodo, Sensei Otsuka, diventa vicepresidente della Japan Karate do Association.
Nel 1970 fu pubblicato da Otsuka il libro "Karate-do Vol.1" dove egli presenta nove Kata del Wado Ryu (i cinque Pinan, Naihanchi, Seishan, Kushanku e Chinto).


Otsuka Sensei mentre esegue il Kata: Naihanchi

Nello stesso anno viene pubblicato "Karate-do vol.1" scritto da Otsuka. Libro che fu tradotto in inglese da Shingo Ishida, tale traduzione venne pubblicata per la prima volta nel 1977.
Dai primi anni '70 il Karate era diventato veramente stabile ovunque nel mondo.
Otsuka continuò ad addestrare ed istruire in Giappone, mentre una squadra di Maestri giapponesi molto qualificati proseguì a predicare e spargere la dottrina del Karate Wado - Ryu in ogni parte del mondo.
Il 9 ottobre 1972 Higashi Kuni No Miya (un membro della famiglia reale, cugino dell'imperatore), Presidente della "Kokusai Budo Renmei" (I.M.A.F.- International Martial Art Federation) assegnò al Sensei Otsuka il titolo di "Shodai Karate-do Meijin Ju-dan" (Il primo eccellente esponente di arti marziali nel karate - 10° dan). Il titolo più grande possibile nella pratica delle arti marziali. Egli fu il primo uomo nella storia a ricevere un così grande onore, infatti, questa fu la prima volta che questo titolo venne assegnato a qualcuno e nessun altro fu preso altrettanto in considerazione fin dopo la sua morte.
Per i suoi servigi alle arti marziali e per onorare questa nuova posizione quale più alta autorità di Karate del Giappone, fu insignito anche della medaglia "Shiju Hoosho" dal governo giapponese. In questo caso è stato l'unico nella storia del Karate a ricevere una così alta onorificenza.
Nel 1980 il Maestro Otsuka cominciò a pensare al ritiro dalla guida del Wado Karate e volle che suo figlio gli succedesse come Grande Maestro. Tuttavia altri Karateka Wado di alto livello non erano d'accordo e desideravano la scelta di un altro leader. La scelta del nuovo leader non trovò l'approvazione da parte di alcuni allievi anziani e pertanto ci fu uno scisma e venne fondata la Wadokai.

Foto di Otsuka in un Tai-Kai in Italia

Il 20 novembre 1981 ci fu l'abdicazione ufficiale di Sensei Otsuka padre al figlio Jiro. 
Nel 1981 un gruppo con a capo Otsuka Jiro si staccò dalla JKF-Wadokai e venne fondata la Wadoryu Renmei, un'associazione privata che ha come fine lo studio del Wado Ryu tradizionale.

Jiro Otsuka Hironori II°

Nel dicembre 1981 si tenne il campionato per il 90° compleanno di Sensei Otsuka.
Il 29 gennaio 1982 "Saiko Shihan Hironori Otsuka" morì all'età di 90 anni. Hironori Otsuka non smise mai di praticare il "Budo". La sua vita intera fu il "Budo".
Nel 1989 si è verificata una nuova divisione dal Wadoryu Renmei.
 Il Maestro Tatsuo Suzuki (+2011), allora residente a Londra, uno degli allievi più anziani, si è diviso dalla Wadoryu Renmei ed ha fondato il suo gruppo privato, la Wado-International Karate-Do Federation (WIKF).
Sempre nel 1989 Otsuka Hironori I° I ha costituito l'International Wado Academy.
Oggi oltre al figlio Jiro (Hironori) Otsuka II° si sta facendo avanti il figlio di Jiro, Kazutaka Otsuka, inizia la pratia del Karate all'età di 6 anni ma non lo entusiasma molto,preferisce studiare Iaido per 17 anni. Quando ebbe compiuto 17 anni, il  Comitato del Wado Ryu  si chiese chi fosse  il Gran Maestro della prossima generazionetutti indicarono in modo unanime Otsuka III° e così  gli fu chiesto di tornare allo studio del  Karate.

 Rara immagine di Kazutaka Otsuka con il nonno Hironori 

 Kazutaka Otsuka con la foto del nonno Hironori
 
 Kazutaka Otsuka con il Padre Jiro
Wado Ryu IIIª Generazione

fonte: http://www.asyamashita.com/storia_del_wado_ryu.html;

           http://www.karatedo.it/i_grandi_maestri_del_karate.htm#Hironori%20Otzuka

Post più popolari